lunedì 9 novembre 2015

La dichiarazione di guerra ebraica alla Germania Nazista



Il boicottaggio economico del 1933 

Molto prima che il governo-Hitler cominciasse a limitare i diritti degli 
Ebrei, i capi delle comunità ebraiche mondiali dichiararono guerra alla 
"nuova Germania", cioè in un momento in cui il governo americano e perfino i 
leader ebrei tedeschi invitavano a non essere precipitosi nelle relazioni 
con il regime di Hitler. 

La guerra della dirigenza internazionale ebraica contro la Germania non 
causò soltanto provvedimenti antiebraici, bensì gettò anche le basi per una 
sorta di intesa politico-economica tra il regime di Hitler e i capi del 
movimento sionista
, i quali sperarono che le tensioni tra Tedeschi ed Ebrei 

portassero ad un massiccio esodo di Ebrei verso la Palestina. In poche 
parole ci fu un’alleanza tattica tra i Nazisti e i fondatori del moderno 
Stato d’ Israele
, circostanza questa che oggi molti vorrebbero vedere 

dimenticata.Fino ad oggi si è sempre creduto ( erroneamente ) che non appena
Adolf Hitler venne eletto primo cancelliere di Germania, il suo governo 
cominciò subito una politica di repressione verso gli Ebrei tedeschi, 
chiudendoli nei campi di concentramento e cominciando azioni violente di 
terrore e rappresaglia contro di essi. Se da un lato vi furono isolati atti 
di violenza contro Ebrei in Germania dopo che Hitler venne al potere, dall’ 
altro questi non vennero ufficialmente tollerati né incoraggiati. 


Pochi sono a conoscenza dei fatti singolari, che si risolsero poi con quella 
che è conosciuta come 2° guerra mondiale, cioè la dichiarazione di guerra 
dell’ebraismo internazionale alla Germania immediatamente successiva alla 
venuta al potere di Hitler e avvenuta molto prima che il governo tedesco 
decidesse leggi o provvedimenti ufficiali ostili agli Ebrei. 
Il numero del 24 marzo 1933 del Daily Express di Londra ( qui sopra 
riprodotto ) descrive come la dirigenza ebraica insieme a grossi gruppi 
internazionali ebraici di potere economico diedero avvio a un boicottaggio 
della Germania con lo scopo dichiarato di stroncare la sua già traballante 
economia, in modo da far crollare il governo-Hitler. Soltanto dopo di ciò 
cominciarono come risposta le prime rappresaglie contro gli Ebrei. 
Se si vuole far onore alla verità, quindi, bisogna riconoscere che non la 
Germania, bensì la dirigenza internazionale ebraica sparò il primo colpo 
della seconda guerra mondiale. 
Il famoso avvocato newyorkese Samuel Untermeyer ( in alto a destra ) fu uno 
dei più caldi sostenitori della guerra contro la Germania, descrivendo la 
campagna militare ebraica anti-tedesca come nientemeno che una "guerra 
santa". 
La verità è che in Germania ( e un po’ ovunque in Europa ) sentimenti 
anti-semiti nel corso della storia sono sempre esistiti. Tutti gli storici 
ebrei dimostrano ampiamente che nella storia d’ Europa ci sono sempre state 
sommosse anti-ebraiche di proporzioni di volta in volta sempre diverse.In 
ogni caso Hitler nel `33 non era il capo incontestato della Germania, nè 
possedeva tutti i poteri, né l’autorità sulle forze armate. Hitler era una 
figura di primo piano di una coalizione di governo ed era ben lungi dall’ 
essere lui stesso il governo. Questo avvenne più tardi come risultato di un 
progressivo rafforzamento.Perfino l’ Associazione centrale degli Ebrei di 
Germania ( conosciuta come il "Verein" ) smentì categoricamente che il nuovo 
governo tedesco alimentasse volontariamente rivolte anti-ebree, come invece 
alcuni capi del giudaismo al di fuori della Germania avevano ipotizzato.Il 
"Verein" pubblicò una dichiarazione in cui si diceva tra l’altro: "Ai posti 
di governo responsabili ( cioè il governo Hitler ) non risulta una 
situazione minacciosa" [ … ] "non riteniamo che i nostri concittadini 
tedeschi si lasceranno coinvolgere in atti antisemiti". Ciononostante i 
leader internazionali ebrei d’ America e d’ Inghilterra decisero di propria 
iniziativa che fosse necessario avviare una guerra contro la Germania di 
Hitler.Il 12 marzo 1933 il Congresso Giudaico Americano preannunciò una 
grossa manifestazione di protesta in Madison Square Garden per il 27 marzo. 
Contemporaneamente il comandante in capo dei veterani di guerra giudei fece 
appello per boicottare i prodotti tedeschi. Nel frattempo, il 23 marzo, 
20.000 ebrei protestavano davanti al municipio di New York, mentre si 
tenevano adunate di massa davanti alla filiale della Lloyd della Germania 
settentrionale e davanti alla compagnia di navigazione Amburgo-America e 
veniva richiesto il boicottaggio contro i prodotti tedeschi da negozi e 
ditte di New York.Secondo il Daily Express del 24 marzo 1933 gli ebrei 
avevano già messo in atto il loro boicottaggio contro la Germania e il 
governo da lei eletto. Il titolo di questo articolo era: "La Giudea dichiara 
guerra alla Germania. Gli Ebrei di tutto il mondo si coalizzano. – 
Boicottaggio dei prodotti tedeschi. – Dimostrazioni di massa". L’ articolo 
descriveva la "guerra santa" prossima ventura e continuava invitando gli 
Ebrei di tutto il mondo a boicottare i prodotti tedeschi e a partecipare a 
manifestazioni contro la Germania e i suoi interessi commerciali. Secondo il 
Daily Express: Tutto Israele nel mondo intero si coalizza per dichiarare una 
guerra economica e finanziaria alla Germania. L’entrata in scena della croce 
uncinata come simbolo della nuova Germania ha risvegliato a nuova vita l’ 
antico simbolo di guerra del Giudaismo. 14 milioni di ebrei sparsi per il 
mondo intero fanno fronte comune come fossero una sola persona per 
dichiarare guerra ai persecutori tedeschi dei loro ( = ebrei ) 
correligionari. 
Il Commerciante ebreo uscirà dalla sua casa, il banchiere dalla sua agenzia, 
il mendicante dalla sua umile baracca per partecipare attivamente alla 
guerra santa contro il popolo di Hitler. Il Daily Express scrisse anche che 
la Germania " viene così confrontata con un boicottaggio internazionale del 
suo commercio, delle sue finanze e della sua industria… a Londra, New York, 
Parigi e Varsavia gli uomini d’affari ebrei sono compatti nella loro 
crociata economica." Inoltre nell’articolo si legge che "si stanno 
preparando altre manifestazioni del genere in tutto il mondo" e che "la 
antica nazione di Israele nuovamente unita, si sta preparando all’eterna 
guerra contro i suoi persecutori con nuove armi moderne".Questo potrebbe 
essere veramente definito "il primo sparo della seconda guerra 
mondiale".Allo stesso modo scrisse il giornale ebreo "Natscha Retsch": La 
guerra contro la Germania verrà condotta da tutte le comunità ebraiche, 
conferenze, organismi… da ogni singolo ebreo. Per questo la guerra contro la 
Germania sarà una rinascita ideologica e sostegno dei nostri interessi, i 
quali richiedono l’annientamento della Germania. 
Per noi ebrei il pericolo risiede nell’intero popolo tedesco, nella Germania 
intesa come globalità, ma anche nei suoi singoli individui… Noi ebrei 
dobbiamo prendere parte a questa guerra con tutta la forza e il potere che 
ci stanno a disposizione. Tuttavia bisogna fare notare che in un telegramma 
che l’Unità Sionistica di Germania fece circolare il 26 marzo, vennero 
smentite molte delle asserzioni antinaziste del periodo e definite 
"propaganda", "false" o "con scopi sensazionalistici".In realtà i sionisti 
avevano tutti i motivi per rendere sicura l’ideologia nazionalsocialista in 
Germania. Nel "Journal of Palestine Studies" ( articolo: "i contatti segreti 
tra sionismo e Germania nazista tra 1933 e 1941" numero primavera/estate 
1976 ) Klaus Polkehn scriveva che la moderata condotta dei sionisti era da 
ricondurre al loro interesse di favorire la vittoria finale del 
Nazionalsocialismo, per raggiungere una emigrazione verso la Palestina. 
Questo fattore poco conosciuto giocò un ruolo determinante nei rapporti tra 
Germania nazista ed Ebrei.Nel frattempo invece il ministro degli esteri 
tedesco Kostantin von Neurath protestò contro la "campagna calunniosa" 
antitedesca dicendo: Per quanto riguarda gli Ebrei, devo dire che i loro 
agitatori all’estero non rendono certo un buon servizio ai loro 
correligionari tedeschi, nel propagare notizie false e distorte su 
persecuzioni e torture ai danni di Ebrei. Queste notizie suscitano nell’ 
opinione pubblica tedesca l’impressione che pur di combattere l’attuale 
governo tedesco si sia pronti a ricorrere a qualsiasi mezzo illecito come 
calunnie e menzogne. Il regime hitleriano, che stava cominciando allora ad 
affermarsi, tentò in maniera evidente di arginare queste crescenti tensioni, 
sia in Germania che all’estero. Negli Stati Uniti perfino il ministro degli 
esteri Cordell Hull telegrafò al rabbino capo del congresso ebraico 
americano Stephen Wise e ammonì alla cautela: Mentre per un breve lasso di 
tempo ci sono stati notevoli maltrattamenti ai danni di Ebrei, adesso si può 
considerare questa fase come letteralmente finita… Sembra essere stata 
raggiunta una stabilizzazione nel campo dei maltrattamenti a persone… Ho la 
speranza che la situazione generata dalle diffuse preoccupazioni nell’intero 
Paese si normalizzerà presto. 

Questo titolo a tutta pagina del Daily News da il benvenuto all’ imponente 
manifestazione di protesta antitedesca del 27 marzo 1933 a Madison Square 
Garden. Nonostante gli sforzi del governo tedesco di smussare il clima di 
crescente tensione dovuto ad accuse e minacce da parte della dirigenza 
ebraica, la manifestazione venne tenuta come previsto. Marce di protesta e 
altre simili dimostrazioni vennero tenute anche in altre città in 
contemporanea. L’intensità della campagna ebraica anti-tedesca arrivò a un 
punto tale che il regime tedesco preannunciò – se fosse continuata – un 
giorno di boicottaggio generale dei negozi ebrei in Germania. Ciononostante 
la campagna diffamatoria continuò e costrinse la Germania a misure di 
autodifesa che misero gli ebrei tedeschi in una situazione sempre più 
difficile. La realtà della guerra Antitedesca degli Ebrei non è praticamente 
mai menzionata nei libri di storia. 
Nonostante tutto questo i capi della Comunità Ebraica internazionale 
rifiutarono di recedere dai loro propositi. Il 27 marzo ci furono 
manifestazioni di protesta contemporaneamente al Madison Garden a Chicago,
a Boston, Philadelphia, Baltimore, Cleveland e in 70 altre località. La 
dimostrazione di massa a New York fu trasmessa in tutto il mondo in diretta 
radiofonica. Il minimo comune denominatore dei discorsi era sempre lo 
stesso: che la "nuova Germania" viene dichiarata nemica degli interessi 
ebraici e perciò deve essere strangolata economicamente. Tutto questo 
avveniva PRIMA che Hitler prendesse la decicione di boicottare i prodotti 
ebrei. La conseguenza diretta di ciò fu che il governo tedesco preannunciò 
il 1 aprile un boicottaggio di un giorno dei negozi ebrei in Germania. Il 
ministro tedesco della propaganda, Dr. Joseph Göbbels, dichiarò che se dopo 
il giorno di boicottaggio non sarebbero seguiti altri attacchi alla 
Germania, allora non ci sarebbero stati altri boicottaggi da parte tedesca. 
Hitler stesso reagì all’embargo e alle minacce da parte ebrea in un discorso 
tenuto il 28 marzo – 4 giorni dopo la dichiarazione di guerra ebrea alla 
Germania – in cui disse: Adesso che i nemici interni della Nazione sono 
stati fatti tacere dal popolo stesso, succederà ciò che stavamo aspettando 
da tanto: I criminali comunisti e marxisti e i loro fomentatori giudei, che 
sono sfuggiti appena in tempo oltreconfine, adesso sviluppano da lì una 
campagna di agitazione proditoria e cieca contro l’intero popolo tedesco… 
Menzogne e calunnie di una perversità da far rabbrividire vengono gettate 
sul popolo tedesco. Storie raccapriccianti di salme di ebrei mutilate, occhi 
infilzati e mani tranciate vengono diffuse, per infamare il popolo tedesco 
una seconda volta – proprio come era già successo nel 1914 – di fronte al 
mondo intero. Questa circostanza – che per comodità viene abitualmente 
taciuta da quasi tutta la storiografia- rende l’ordine di boicottaggio di 
Hitler del 28 marzo 1933, una reazione diretta alla dichiarazione di guerra 
della dirigenza ebraica internazionale contro la Germania di quattro giorni 
prima. Oggigiorno invece l’ordine di boicottaggio di Hitler ci viene 
descritto come pura e semplice aggressione agli Ebrei, mentre le circostanze 
che portarono a ciò non sono quasi mai citate, nemmeno nelle opere più 
importanti ed esaurienti "sull’Olocausto". Nemmeno Saul Friedlander, 
curatore della panoramica unconvenzionale sulla politica tedesca "La 
Germania nazista e gli ebrei" cita il fatto che la dichiarazione di guerra 
ebraica e il relativo boicottaggio dell’economia tedesca precedettero il 
discorso di Hitler del 28.3.33. I lettori più attenti dovrebbero domandarsi 
perché Friedlander ritenne questo frammento di storia così insignificante.La 
pura e semplice verità è quindi che fu l’organizzazione del giudaismo 
internazionale – neanche gli Ebrei di Germania quindi – a sparare il primo 
colpo della guerra contro la Germania. La risposta tedesca fu una misura di 
tipo difensivo, non offensivo. Se questa realtà fosse oggigiorno conosciuta, 
getterebbe una nuova luce su tutti gli avvenimenti seguenti, che alla fine 
portarono alla catastrofe planetaria che è passata alla storia come "seconda 
guerra mondiale".Per comprendere la reazione di Hitler alla dichiarazione di 
guerra ebrea è importante tener presente delle condizioni critiche in cui si 
trovava l’economia tedesca di allora. Nel 1933 l’economia tedesca era nel 
caos. Di 6 milioni di disoccupati, circa tre vivevano del sussidio 
assistenza sociale. La spaventosa inflazione aveva distrutto totalmente la 
forza d’acquisto della nazione tedesca. Come se non bastasse la propaganda 
antitedesca eruttata incessantemente dalla stampa internazionale diede 
sempre più coraggio ai nemici della Germania, tra i quali in primo piano la 
Polonia con la sua dirigenza militare vogliosa di guerra.I leaders del 
giudaismo non avevano bleffato: l’embargo contro la Germania non fu soltanto 
un atto di guerra metaforico, bensì un metodo ben pianificato per 
distruggere la Germania come unità politica, sociale ed economica. Lo scopo 
a lungo termine del boicottaggio ebraico era di spingere la Germania alla 
bancarotta per mezzo delle riparazioni che essa dopo la prima guerra 
mondiale era costretta a pagare, e mantenere così la Germania debole e 
smilitarizzata.Il boicottaggio causò effettivamente grossi danni alla 
Germania. Studiosi ebrei come Edwin Black riferirono che in seguito a ciò le 
esportazioni tedesche calarono del 10 % e molti pretesero di confiscare 
patrimoni tedeschi all’estero (Edwin Black, The Transfer Agreement - The 
Untold Story of the Secret Pact between the Third Reich and Jewish 
Palestine, New York, 1984). Gli attacchi alla Germania non accennarono a 
diminuire: la dirigenza mondiale dell’ebraismo intensificò con ardore sempre 
crescente la sua guerra. Ad Amsterdam venne organizzata una conferenza per
coordinare al meglio il boicottaggio già esistente contro la Germania.
Venne diretta dalla Federazione Economica Mondiale Ebrea, costituitasi per l’ 
occasione e alla cui presidenza fu designato il famoso avvocato newyorkese 
nonché agitatore politico Samuel Untermyer.Ritornato negli USA al termine 
della conferenza, Untermyer rilasciò un discorso a WABC Radio ( New York ), 
la cui trascrizione fu pubblicata nel New York Times del 7 agosto 1933.L’ 
arte oratoria improntata all’odio di Untermyer fece appello ad una "Guerra 
santa" contro la Germania, portando come argomento la calunnia che la 
Germania aveva un piano per "sterminare gli Ebrei". Egli dichiarò tra l’ 
altro: ... La Germania si è trasformata da nazione civile in un inferno di 
bestie crudeli e selvagge. Siamo in debito, non solo verso i nostri 
confratelli perseguitati, ma anche verso il mondo intero, di andare all’ 
attacco in una situazione di estrema emergenza e autodifesa affinchè simili 
crimini incredibili non si ripetano più. 
Ora o mai più tutte le nazioni del mondo devono fare causa comune contro lo 
sterminio, l’ annientamento, le brutali torture, persecuzioni e crudeltà che 
vengono inflitte quotidianamente a questi uomini, donne e bambini. 
Quando questa storia verrà raccontata, il mondo si troverà di fronte a un 
quadro talmente terrificante quanto a barbarie, che l’inferno della guerra e 
le presunte atrocità verso i bambini belgi diventeranno del tutto 
insignificanti in confronto allo sterminio diabolico, programmato, 
pianificato a sangue freddo e in parte già eseguito di un popolo rispettoso 
della legge, leale, buono e forte… 
Gli Ebrei sono gli aristocratici di questo mondo. Da tempo immemorabile 
furono vittima di persecuzioni e videro i loro persecutori avvicendarsi 
senza sosta. Soltanto loro ( gli Ebrei ) sono sopravvissuti. Ed ecco che la 
vicenda si sta ripetendo, cionondimeno non si deve permettere che una 
Nazione un tempo grande ritorni adesso alla tenebra del medioevo, e si deve 
fare il possibile per salvare 600.000 esseri umani dai dolori immani di cui 
sono resi vittima… 

Ciò che proponiamo, che è anche ciò che abbiamo già intrapreso, è di attuare 
un boicottaggio economico a carattere puramente difensivo che minerà alle 
basi il governo-Hitler e riportetrà alla ragione il popolo tedesco, visto 
che così distruggeremo le sue esportazioni, dalle quali dipende interamente 
la sua esistenza. Proponiamo e manovriamo affinchè l’opinione pubblica 
mondiale si pronunci nell’unico modo che la Germania capisce... Untermyer 
proseguì il suo discorso con una versione inventata di sana pianta sulle 
circostanze che portarono all’embargo contro la Germania. Proclamò anche
che i tedeschi erano ossessionati dall’idea di sterminare gli Ebrei: Il regime 
di Hitler ha escogitato e posto in atto diabolicamente un boicottaggio col 
quale sterminare gli Ebrei, contrassegnando i negozi degli Ebrei e mettendo 
in guardia i tedeschi dal fare acquisti in tali negozi; arrestando 
proprietari Ebrei di ditte commerciali e facendoli sfilare nelle strade 
scortati dalle truppe naziste soltanto perché sono Ebrei; espellendoli dai 
loro posti di lavoro quando hanno raggiunto posizioni elevate; oppure 
espellendo i loro figli dalle scuole e i loro uomini dalle associazioni 
sindacali; togliendo loro ogni forma di sussistenza e rinchiudendoli in 
campi di concentramento dove vengono sottoposti immotivatamente
ad ogni tipo di tortura immaginabile, fino a un tal punto di inumanità che il suicidio è 
l’unica via di scampo, e tutto questo perché sono Ebrei o avevano antenati 
Ebrei. Lo scopo dichiarato è di sterminarli. Untermyer terminò il suo 
discorso pieno di fantasie e di toni isterici spiegando: "con l’appoggio 
degli amici cristiani pianteremo l’ultimo chiodo nella cassa del pregiudizio 
e del fanatismo". 

Il più grande segreto della II guerra mondiale ? 
Perchè la Germania raccolse e deportò gli Ebrei ad est 

Perchè i tedeschi cominciarono ad arrestare gli Ebrei e internarli nei campi 
di concentramento ? Contro la credenza popolare gli Ebrei rimasero fino allo 
scoppio della II guerra mondiale in libertà in Germania, sebbene sottoposti 
a leggi che ne limitavano molti privilegi. 
Un’altra realtà poco conosciuta è che subito prima dello scoppio della 
guerra la dirigenza delle comunità ebraiche tedesche dichiarò ufficialmente 
guerra alla Germania, in aggiunta all’embargo economico che stava durando 
già da sei anni proclamato dalla Comunità ebraica mondiale non appena il 
partito nazista salì al potere nel 1933. 
Come conseguenza della dichiarazione ufficiale di guerra le autorità 
tedesche si videro costrette a considerare gli Ebrei potenziali agenti 
nemici. Ecco i retroscena di questa storia: Chaim Weizmann ( foto sopra ) 
che era presidente sia dell’"Agenzia ebraica" internazionale, sia dell’ 
Organizzazione Sionista Mondiale ( e in seguito divenne primo presidente di 
Israele ), scrisse al primo ministro britannico Neville Chamberlein una 
lettera che venne pubblicata nel Times di Londra il 6 settembre 1939: 
Desidero confermare ulteriormente la dichiarazione che io e i miei colleghi 
abbiamo rilasciato il mese scorso e in particolar modo la settimana scorsa, 
e cioè che gli Ebrei saranno a fianco della Gran Bretagna e combatteranno 
con le Democrazie. Il nostro desiderio più urgente è di concretizzare questa 
dichiarazione [ quella contro la Germania ]. Vogliamo farlo in un modo che 
sia in piena conformità all’azione inglese e per questo ci poniamo sia nelle 
piccole che nelle grandi cose sotto la direzione globale del governo di Sua 
Maestà. La rappresentanza ebrea è pronta a impegnarsi immediatamente per 
ottenere mettere a disposizione forze ebree in termini umani, tecnici e di 
aiuto generico. 
Il fatto che queste accuse contro la Germania siano state formulate in un 
momento in cui, anche a detta degli storici ebrei, camere a gas o piani di 
sterminio degli Ebrei non esistevano ed erano ben lontani dall’essere stati 
concepiti, fa capire pienamente la natura di questa campagna di propaganda 
contro la Germania.E pensare che nello stesso periodo erano in corso 
iniziative sorprendenti: nei primi mesi del ’33 si assistette all’inizio di 
una collaborazione tra il governo tedesco e il movimento sionistico mondiale 
per intensificare il flusso di emigranti e di capitale verso la Palestina.I 
sostenitori odierni del sionismo israeliano e molti storici hanno fin’ora 
tenuta nascosta questa collaborazione "nazi-sionistica", ma, anche se la 
maggiorparte degli Americani continua a non sapere minimamente che i 
creatori di quello che doveva diventare lo Stato d’Israele hanno collaborato 
in perfetta intesa a questo progetto con la dirigenza nazista, la verità 
comincia lentamente a venire a galla.Lo scritto dell’autore ebreo 
controcorrente Lenni Brennar "Sionismo nell’era dei dittatori", uscito per 
una piccola casa editrice e poco considerato dalla stampa ufficiale ( che 
solitamente invece è tutta presa dal tema olocausto ), fu forse il primo 
sforzo di far luce in questo settore.In risposta a Brennar e altri il 
Sionismo sostiene le solite affermazioni secondo cui la collaborazione con 
la Germania Nazista fu intrapresa soltanto per salvare vite di Ebrei. Però 
questa collaborazione fu a maggior ragione notevole perché avvenne in un 
momento in cui molti Ebrei e organizzazioni ebree pretendevano il 
boicottaggio contro la Germania.I capi sionisti intravidero nella presa del 
potere di Hitler la possibilità di convogliare molti coloni Ebrei in 
Palestina. Prima di quel momento la maggiorparte degli Ebrei tedeschi, che 
si consideravano tedeschi a tutti gli effetti, aveva sempre dimostrato poca 
simpatia per i tentativi sionistici di concentrare l’ebraismo internazionale 
in Palestina. Ma i sionisti si accorsero che soltanto Hitler col suo 
antisemitismo era in grado di spingere gli ebrei tedeschi nelle braccia del 
Sionismo.A dispetto di tutti i piagnistei moderni sull’olocausto da parte 
dei sostenitori di Israele e degli Israeliani stessi, ci si dimentica sempre 
di dire che faceva parte del piano il rendere la situazione in Germania più 
scomoda possibile per gli Ebrei, e questo in sinergia con il 
Nazionalsocialismo tedesco.Ciò ha dato anche origine al cosiddetto: Trattato 
di evacuazione di Haavara, intesa tra gli Ebrei Sionisti e il governo 
nazionalsocialista per trasferire gli Ebrei tedeschi in Palestina. Come 
asserito dallo storico ebreo Walter Laqueur e da molti altri, gli Ebrei 
tedeschi erano tutt’altro che convinti che l’emigrazione in Palestina fosse 
la soluzione giusta. Oltre a ciò, anche se la maggioranza degli Ebrei 
tedeschi si rifiutavano di riconoscere i sionisti come loro capi politici, è 
chiaro che Hitler difese questi ultimi e collaborò con loro allo scopo di 
raggiungere la méta della "soluzione finale", cioè il trasferimento in massa 
di Ebrei nel medio oriente.Nel suo libro "L’accordo di trasferimento" Edwin 
Black arriva alla certezza che, sebbene la maggiorparte degli Ebrei non 
volevano fuggire in Palestina, la miglior possibilità che ognuno di loro 
aveva di scappare dalla Germania consisteva nello stabilirsi in Palestina 
sulla base dell’influenza che il movimento sionista aveva sulla Germania 
nazista. In altre parole il trattato di evacuazione stesso stabiliva che 
capitali ebrei potessero affluire soltanto in Palestina.In questo modo i 
sionisti volevano ottenere che un Ebreo potesse abbandonare la Germania 
soltanto per trasferirsi in Palestina.La difficoltà fondamentale del 
Trattato di trasferimento ( o anche soltanto della sua presa in 
considerazione ) fu che gli Inglesi pretesero un pagamento di 1.000 Sterline 
per ogni emigrante che sarebbe giunto ad Haifa o negli altri porti previsti. 
Il problema era che nella Germania di allora, povera di denaro liquido e 
tormentata dall’inflazione, era praticamente impossibile mettere insieme 
simili somme in una valuta straniera forte. Alla fine l’idea principale 
dietro il trattato fu la seguente. Così scrive Laqueur: Una grossa banca 
tedesca congelò i fondi versati dagli emigranti in conti bloccati per 
esportatori tedeschi, mentre nel frattempo una banca in Palestina 
controllava la vendita di beni tedeschi verso la Palestina, provvedendo così 
della necessaria valuta straniera gli emigranti in loco. Sam Cohen, 
co-proprietario della società "Hanoaiah Ltd." e autore del trattato di 
evacuazione, fu invece sottoposto a continue difficoltà da parte della sua 
stessa gente, tanto che alla fine dovette ammettere che un simile trattato 
poteva essere realizzato soltanto da più alta autorità e per mezzo di una 
banca al posto della sua società privata. Venne coinvolta nel progetto la 
famosa "Banca Anglo-Palestinese" con sede a Londra, la quale creò subito
 una società fiduciaria a questo scopo. Questo è chiaramente di grande
 interesse per chi si interessi ai rapporti tra Sionismo e Nazionalsocialismo
nella Germania degli anni ’30. La relazione si basava non soltanto sui rispettivi 
interessi delle due parti né su una politica interessata di favoritismo da 
parte di Hitler ma anche sui buoni rapporti tra famiglie tedesche di 
banchieri con le istituzioni finanziarie. Scrive Black: Farla finita con l’ 
embargo antitedesco era uno dei traguardi dei sionisti. Il Sionismo doveva 
far uscire il capitale degli Ebrei tedeschi e i beni commerciali erano l’ 
unico mezzo a disposizione per ottenere questo scopo. Ma ben presto i 
leaders sionisti capirono che le possibilità di successo per l’economia del 
futuro Stato ebreo di Palestina erano indissolubilmente connesse con la 
sopravvivenza dell’economia tedesca. Per questo la dirigenza sionista ebbe 
motivo di andare ancora oltre: l’economia tedesca andava difesa, 
stabilizzata e se necessario rafforzata. 

Quindi il partito 
nazionalsocialista e l’organizzazione sionista avevano un comune interesse 
al risanamento della Germania. Dunque si può constatare una spaccatura
 netta nel giudaismo mondiale attorno al 1933 e dopo. Da una parte c’erano gli 
Ebrei non sionisti ( soprattutto il congresso mondiale ebraico fondato nel 
1933 ) i quali si proponevano il boicottaggio anti-tedesco e la distruzione 
della Germania. Black sottolinea che molti di questi erano non solo di New 
York e Amsterdam ma venivano anche dalla stessa Palestina.D’altro canto si 
può notare il furbo sfruttamento di questi sentimenti operato dai sionisti 
per promuovere il popolamento della Palestina. In altre parole si può dire 
( e Black lo dice davvero ) che il sionismo credette che la fuga di capitali 
( dall’ Europa ) fosse necessaria per far funzionare una nuova economia, 
quella degli Ebrei che si sarebbero trasferiti a oriente.Risultato fu la 
consapevolezza di doversi alleare col Nazionalsocialismo, affinchè questo 
non ostacolasse il flusso di capitali in uscita dalla Germania.Che gli Ebrei 
levassero la loro voce contro il trattamento cui erano soggetti in Germania, 
serviva gli scopi sionistici, per spaventarli e spingerli verso l’oriente. 
Ma d’altra parte Laqueur ci racconta che "i sionisti erano interessati a non 
nuocere all’economia e alla valuta tedesche". Insomma la conduzione 
sionistica della diaspora ebraica era fatta di sotterfugi e malizie, e 
soltanto il sorgere di un sentimento anti-ebraico da parte dei tedeschi potè 
convincere gli Ebrei che la loro emigrazione sarebbe stata l’unica soluzione 
possibile.Fatto è che la fondazione dello Stato di Israele si poggiava su un 
inganno. Nel 1933 i sionisti rappresentavano soltanto una piccolissima fetta 
di Ebrei tedeschi. Da un lato i sionisti si auguravano di inondare gli Ebrei 
di tutto il mondo con notizie di presunte "crudeltà" tedesche, mentre 
contemporaneamente pretendevano mitezza nelle prese di posizione 
anti-tedesche, affinchè il regime nazista restasse finanziariamente e 
politicamente stabile. Per questo motivo il Sionismo boicottò il 
boicottaggio anti-tedesco.Si potrebbe dire che per il Sionismo non avrebbe 
potuto esserci niente di meglio del Nazismo nel corso della storia, poiché 
questo dimostrò a molti Ebrei che gli Europei sono degli inguaribili 
antisemiti e che l’unica soluzione possibile era la Palestina. Così fu 
possibile soltanto con l’inganno e con la collaborazione con Hitler che il 
Sionismo più tardi rappresentasse la stragrande maggioranza degli Ebrei. Era 
quindi necessario per i sionisti sia la condanna della politica antiebraica 
tedesca ( per spaventare gli Ebrei ), sia l’incentivare l’economia tedesca 
( per rendere materialmente possibile il trapianto di Ebrei in Palestina ). 
Paradossalmente oggigiorno i leaders sionisti israeliani si lamentano del 
regime terrificante e inumano del Nazionalsocialismo. Quindi la truffa 
continua.
https://forum.termometropolitico.it/405446-la-dichiarazione-di-guerra-ebraica-alla-germania-nazista.html



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