sabato 3 novembre 2012

Lavorare meno per lavorare tutti : Ezra Pound e le sue teorie economiche


La rivoluzione culturale ed artistica alla quale portò Ezra Loomis Pound va rivalutata e contestualizzata ai giorni d’oggi, in questo periodo di crisi più che mai.
Quando si parla di crisi non bisogna focalizzare puramente i problemi economici ma c’è bisogno di analizzare anche le problematiche sociali e politiche che mettono in ginocchio il nostro paese, l’Europa ed il mondo in generale.
Pound ebbe la forza e la caparbia di padroneggiare una materia, come l’economia, che poco ebbe a che fare con la poesia e la letteratura; la sua rivoluzione fu tanto ardita e convincente da mettere in crisi l’establishment americano e le potenze plutocratiche ed usurocratiche che vinsero l’ultimo conflitto mondiale. La grande usura ebbe tanta paura di questa innovazione e delle informazioni dettagliate portate avanti dal poeta che decise di tarpare le ali ; rinchiudendolo in gabbie e manicomi, bollandolo come pazzo e, quando anche questo non fosse bastato, come fascista.
Cos’è che fece di questo letterato, nonché economista eterodosso, quindi difficilmente riconosciuto dall’economia convenzionale ed accademica, il nemico numero uno dell’usurocrazia?
Ciò che fece paura fu la documentazione e le idee che con forza venivano fuori dai suoi capolavori, come i Cantos ed i Cantos Pisani; idee economiche e politiche in pieno contrasto con l’establishment americano. Pound parlò di teorie definite “eretiche” solo perché non in linea con le idee liberal-capitalistiche e dell’interesse composto che erano tanto affermate negli U.S.A. ed in Inghilterra.
Estremamente interessante fu l’avvicinamento di Pound alla teoria socialcreditizia del maggiore C.H. Douglas o a quella della moneta-lavoro, in contrapposizione alla moneta-oro, portata avanti dal Gesell.
Due teorie queste non prive di spunti sui quali stava per fondarsi la politica economica e sociale della Repubblica Sociale Italiana, nonché due teorie dalle quali si può prendere spunto anche oggi e che quindi non sono ad appannaggio esclusivo dello scorso secolo; Una teoria ,quella socialcreditizia, che esclude qualsivoglia tipo di prestito ad interesse da parte di privati e presuppone inoltre che sia lo stato stesso ad aiutare ed incentivare il popolo con prestiti sociali, ciò sarebbe stato possibile abbandonando la moneta-oro ,e cioè mercificata, per la moneta-lavoro ,cioè una moneta basata sul lavoro della popolazione e che quindi non è soggetta ad esigenze di mercato ed a sovrapproduzioni che non fanno altro oltre ad affamare i cittadini gettandoli nella miseria.
Altro punto fondamentale sul quale Pound scrisse fu il lavoro, e probabilmente furono proprio queste considerazioni a renderlo pericoloso agli occhi degli stati plutocratici, egli difatti affermò “lavorare meno per lavorare tutti” schierandosi così inevitabilmente contro il capitalismo e l’usura che tentano di schiavizzare e fossilizzare la vitalità del cittadino in un circolo vizioso di prestiti, facili utopie e lavoro massacrante, ponendosi quindi come difensore estremo della felicità umana, da lui inquadrata nel tempo libero a disposizione se tutti lavorassero meno, senza però sfociare in velleità comuno-socialiste che siano ,in quanto fortemente convinto della necessità di una volontà che si imponga affinchè lo stato funzioni al meglio e tutti siano felici.
Espressione delle sue teorie fu la sua adesione al Fascismo e la forte mano data soprattutto nel suo ultimo periodo.
Un uomo che fece delle sue idee azioni gestendo ,durante il conflitto, un programma radio proprio sulle sue teorie economiche cercando di sensibilizzare così la popolazione mondiale alla lotta contro l’usura ed alla ricerca costante della felicità.
Un personaggio utile ed illuminante come pochi al quale bisogna guardare e dal quale imparare perché come egli stesso scrisse:
”Con usura nessuno ha una solida casa di pietra squadrata e liscia”

A cura della Redazione del Blocco Studentesco Napoli

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1 commento:

  1. Altro che '68! Ezra Pound ha precorso i tempi! Quando egli affermò: “lavorare meno per lavorare tutti” non solo ha dichiarato guerra all'usura e al liberalcapitalismo, ma ha affermato un diritto fondamentale mai citato in nessuna costituzione: il DIRITTO ALLA FELICITA'!

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