MISURE PER LA DEVASTAZIONE DEL CUORE DELL’EUROPA.
A cura di: Claus Nordbruch
Tratto da: The Revisionist 2(2) (2004), pag. 171-180
Fonte: http://www.nordbruch.org/speeches-essays-publications/allied-plans-annihilation-german-people
Pubblicato per la prima volta in tedesco sul Vierteljahreshefte fuer freie
Geschichtsforschung (quaderni trimestrali per la libera ricerca storica)
5(1) (2001), pag. 55-65, tradotto da Peter Lambda.
Molto tempo prima dello scoppio della Seconda Guerra
Mondiale, e di certo ben prima che
questa guerra fratricida europea fosse prevedibile, i vincitori e i loro
tirapiedi avevano fatto dei progetti per la sistemazione della Germania che
contenevano violazioni basilari del Diritto Internazionale. Oltre ai piani di
demilitarizzazione e alla denazificazione, vi erano piani per la distruzione o
l’espulsione dei Tedeschi dai territori in cui avevano abitato per molti
secoli. Ad esempio, l’espulsione di 3,5 milioni di Tedeschi dei Sudeti fu
proposta nel Dicembre del 1938 dall’ex presidente cecoslovacco Edvard Benes,
cioè, circa un anno prima dello scoppio ufficiale della guerra e lui non fu il
solo a fare la proposta. Durante il Congresso Panslavo tenutosi a Praga nel
1848 fu presa la decisione che non solo i Tedeschi dei Sudeti dovevano essere
cacciati ma anche tutti cittadini di etnia tedesca ad Est della linea
Trieste-Stettino. Nell’estate del 1917 Benes ed il successivo presidente
Ministro Kramà diedero agli Alleati un memorandum nel quale chiedevano lo
smembramento della Germania e l’incorporazione di ampi territori dell’Impero
Tedesco e Austria-Ungheria nella Cecoslovacchia che stava per nascere (1). Dopo
la firma del diktat chiamato “Trattato di Versailles”, le affermazioni e le
richieste nazionalistiche ceche e panslave erano politicamente notevoli;
purtroppo non c’è abbastanza spazio qui per discutere l’argomento nei dettagli
(2). Comunque, queste richieste furono più o meno fanaticamente stabilite
sull’espulsione dei Tedeschi dei Sudeti.
Questi piani, in violazione del Diritto Internazionale, non
erano assolutamente i pensieri stravaganti di politici sciovinisti, panslavi o
comunisti, ma rappresentavano la politica ufficiale di governi nazionali. La
premessa alla Carta Atlantica garantiva espressamente alla Cecoslovacchia la condizione che, alla firma del documento,
non si poteva impedire l’espulsione dei Tedeschi. Nel Settembre 1942 Benes,
ironicamente presidente del Partito Nazionalsocialista e che dopo la guerra fu
rinominato “Partito Socialista del Popolo”, ricevette il sostegno dal governo
inglese per i suoi piani. Londra comunicò di non avere obiezioni alla deportazione
dei Tedeschi dei Sudeti, una popolazione che ha abitato in quella che ora è la Repubblica Ceca
tanto quanto i Cechi stessi. Nel Maggio 1943 Benes ricevette una comunicazione
simile da Roosevelt e nel Giugno del 1943 un'altra proveniente da un contatto
sovietico a Londra, Alexander Bogomolov. Infatti i Cechi, ed in particolare
Benes, non avevano mai pensato di sottoporre l’obiettivo di una Cecoslovacchia
de-germanizzata ad una supervisione internazionale ne tantomeno ad un qualsiasi
criterio di gestione compassionevole. Nel Luglio 1944, un avviso delle alte
autorità fu fatto circolare tra la resistenza Ceca: (2)
“ Stiamo considerando
la possibilità di trasferire la nostra popolazione tedesca. Non si può ancora
determinare con precisione che tutti i tre milioni di Tedeschi possano essere
trasferiti in base a qualche genere di norma internazionale. E’ necessario che
nei primi giorni della liberazione noi si espelli
il maggior numero possibile di Nazisti colpevoli ai nostri occhi, per timore di una rivolta civile contro di
loro nei primi giorni della Rivoluzione e che tutti coloro che, come Nazisti,
resistono e si difendono vengano abbattuti dalla Rivoluzione “.
Dopo la capitolazione militare per i Cechi non fu più necessario agire in
modo cospiratorio e dimostrarono pubblicamente le loro intenzioni sanguinarie.
Il 31 Maggio 1945, il giornale Nazionalsocialista Ceco SLOVO NARODA affermava
con freddezza (4):
“ Non sarà consentito
a cittadini di origini tedesche mescolarsi con la popolazione Ceca “
A questo importante annuncio dovremmo aggiungere che è stato
dimostrato che il governo Ceco in esilio sotto la guida di Benes lavorò in modo
risoluto per la pulizia etnica in quella che sarebbe diventata la neonata
Repubblica Ceca e che il tutto fu realizzato senza tener conto dei diritti
umani e contro il Diritto Internazionale, come verrà qui di seguito indicato.
Persino in Polonia si sognava di incursioni e saccheggi
espansionistici e si fantasticava di un allargamento della Polonia a Stettino e
persino a Berlino, e questo ben prima del 1° Settembre 1939. Il programma
ufficiale della Westmark Union Polacca contemeva la seguente dichiarazione:
“ Il confine naturale
della Polonia è a Ovest dell’Oder “
Un volantino distribuito dal Comitato di Allestimento per il
festival di Grunwald in memoria della battaglia di Tannenberg del 1410
affermava:
“ Ci riprenderemo ciò
che i Tedeschi ci hanno preso sull’Elba, sull’Oder e sulla Vistola! “
Stanislaw Mikolajczyk, presidente dell’Unione Polacca degli
Agricoltori, il 21 Giugno 1939 dichiarò:
“ Deve essere ben
chiaro che la Polonia
non avrà pace finché non sarà arrivata all’Oder “
Il 7 Agosto 1939, il SA,owo Pomorskie di Thorn disse circa i
Tedeschi:
“ Quindi oggi noi
Polacchi diciamo chiaramente: tornatevene da dove siete venuti. Su carretti
trainati da cani siete arrivati portando solo misere coperte e materassi.
Ritornatevene indietro. “
Il 20 Luglio 1939 il settimanale Naros w walce dichiarò che
Danzica deve “restare polacca” e chiese che la Germania cedesse alla
Polonia il territorio della Prussia Orientale (5).
Durante la guerra la Polonia ricevette da Londra sostegno simile a
quello ricevuto dalla Cecoslovacchia. Churchill
vedeva con serenità l’occupazione della Prussia Orientale da parte dei
Polacchi e la conseguente espulsione di massa dei Tedeschi. Alla conferenza di
Tehran egli concesse quanto segue all’imperialismo Polacco: (6)
“ Riteniamo che la Polonia debba essere
indubbiamente soddisfatta a spese della Germania “
Circa 14 mesi dopo, alla Conferenza di Yalta, Churchill ammise
che c’erano molte persone in Gran Bretagna che erano imbarazzate al pensiero
della deportazione ma affermò che, lui personalmente, non aveva alcun scrupolo. Secondo lui, sei o
sette milioni di Tedeschi erano già stati ammazzati e un altro milione o
milione e mezzo sarebbe stato probabilmente ucciso prima della fine della
guerra (7). Queste idee per il futuro non erano affatto discorsi a vanvera di
propaganda, ma erano le opinioni vere e proprie del Primo Ministro Britannico.
Alla 4a. sessione della Conferenza di Yalta, il 7 Febbraio 1945, Churchill
rafforzò il suo concento anti-umanitario dichiarando “ che non rientrava nei propositi di cessare la distruzione dei Tedeschi “
(7). Una settimana più tardi avvenne il genocidio di Dresda da parte dei bombardieri
inglesi e americani.
Non è stato sicuramente ancora dimenticato il fatto che,
Churchill, che preparò la guerra contro la Germania per oltre quattro decenni della sua
vita, è stato celebrato nella Repubblica Federale Tedesca come un “grande
Europeo”. Nel Maggio del 1956, ad Aachen, gli fu conferito il premio Karl
Prize, un onorificenza tedesco-federale con la quale insignire persone che
“hanno reso servizio al movimento europeo”. Questa onorificenza a
Churchill non può essere certo
considerata come l’unica aberrazione. Diversi decenni dopo la morte di
Churchill, personaggi di spicco della Repubblica Federale di Germania pare non
abbiamo tratto alcun insegnamento dalla storia: nel 1999 il Ministro della
Difesa della Germania Federale Rudolf Scharping acquisì una dubbia simpatia
quando, durante l’attacco della NATO alla Serbia nel 1999, propose di chiamare
le basi dell’esercito tedesco, che fino a quel momento portavano nomi di
generali della Wehrmacht, come ad esempio Feldmaresciallo Erwin Rommel, intitolandole
“Caserme Winston Churchill “.
Ritornando alla questione su cosa si doveva fare della
Germania, poco dopo la
Conferenza di Casablanca, 14 – 25 Gennaio 1943, il Presidente
americano Roosevelt stupì tutti quando disse (8):
“ La pace potrà
tornare nel mondo solo con la totale eliminazione del potenziale bellico
tedesco e giapponese. L’eliminazione del potenziale bellico tedesco, giapponese
e italiano significa la resa incondizionata da parte della Germania, del
Giappone e dell’Italia. Ciò darà al mondo una ragionevole assicurazione di pace
futura “.
Questa espressione miope contribuì naturalmente al
prolungarsi della guerra, poiché distrusse la possibilità di un trattato di
pace. Con questa dichiarazione di “guerra totale per la pace totale” tutte le porte lasciate aperte furono chiuse.
Al governo tedesco fu fatto intendere che tutte le possibilità diplomatiche per
la pace erano pari a zero. La
Germania era con le spalle al muro. C’era forse qualche altra
possibilità se non quella di combattere fino alla fine col motto “Vittoria o
Morte” e usare ogni possibile mezzo militare per conquistare la vittoria?
Effettivamente una vittoria tedesca non era affatto
impossibile. L’avanzato stato della tecnologia tedesca, soprattutto la
tecnologia militare, è dimostrato dal fatto che il 15 Ottobre 1942 al Comando
Supremo dell’Esercito fu affidata un
operazione dietro alla quale si celava la ricerca atomica tedesca col compito
di trovare il modo di usare la fissione nucleare e le reazioni a catena per
armare i missili.
Durante la guerra la Germania stava lavorando ad una serie di armi
“miracolose”. Ad esempio, verso la fine delle operazioni militari i Tedeschi
avevano pronto per la produzione il gigantesco razzo A4. Era alto 14 metri, pesava circa 11
tonnellate metriche ed aveva un raggio d’azione di 370 km. Volava ad un altezza
di 100 km.
Dalla superficie terrestre e raggiungeva una velocità di 5.400 km orari. Aveva un
razzo-motore avanzato alimentato ad alcool e idrazina liquida e poteva essere guidato dai radar o da altri
congegni. Viaggiando ad oltre cinque volte la velocità del suono, non poteva
essere udito e nemmeno individuato.
Un altro razzo pronto verso la fine della guerra era l’A9
munito di ali. Pesava circa 13 tonnellate metriche, aveva un raggio d’azione di
5.000 km
e poteva raggiungere una sorprendente velocità di 9.400 km orari. Secondo il
Colonnello D.L. Putt, membro del personale americano nei territori occupati,
responsabile per l’esame dello stato della ricerca sulle armi atomiche
tedesche, i Tedeschi sarebbero stati in possesso dell’arma decisiva per l’esito
bellico solo alcune settimane dopo, avvalendosi dei loro razzi V2 dotati di
bombe atomiche. Nell’ambito di questo vasto numero di invenzioni e brevetti che
gli Alleati cercarono e confiscarono in Germania subito dopo il cessate il
fuoco, l’Assistente Generale Comandante del controspionaggio dell’aeronautica
americana ammise davanti alla Società degli Ingegneri Aeronautici che i
Tedeschi prepararono un razzo che avrebbe sorpreso il mondo ed in particolare la Gran Bretagna e che
molto probabilmente avrebbe cambiato il corso della guerra se solo l’invasione
fosse stata ritardata di appena sei mesi (9).
Per quanto riguarda il rapido sviluppo dell’aereo a reazione
tedesco Me262, il servizio segreto britannico concluse che se la Germania non fosse stata
sconfitta entro il Luglio 1945, i Tedeschi avrebbero conseguito la loro
superiorità aerea sulla Germania e sugli eserciti (10).
La determinante motivazione dei Tedeschi di combattere per
la vittoria finale era dettata anche dalle minacce ripetute costantemente dagli
Alleati di infliggere determinate misure alla Germania ed al popolo tedesco non
appena avessero raggiunto la vittoria. Il 23 Febbraio 1944, in un dibattimento
alla Casa dei Comuni, il Ministro degli Esteri inglese Anthony Eden confermò
che la Germania
non poteva pretendere di essere trattata secondo la Carta Atlantica,
cioè che non si sarebbe potuto evitare che le nazioni vittoriose portassero
“correzioni” territoriali a spese della Germania. Così, secondo Eden, la Germania non poteva
accampare diritti riportati nella Carta che non le sarebbero stati applicabili
(11).
Il 22 Aprile 1944 Churchill confermò la discutibile
intenzione che nessun trattato e nessun impegno avrebbe vincolato gli Alleati
una volta che la Germania
si fosse arresa. Churchill insistette che la Carta Atlantica
non sarebbe stata un presupposto legale per il trattamento della Germania e che
i cambiamenti territoriali e le correzioni
dei confini non potevano essere esclusi. Secondo Churchill, nessun altro
argomento poteva essere accettato. Secondo lui, la resa incondizionata
implicava il fatto che i vincitori avessere le mani libere di agire a loro
piacimento (12).
Dimostra una
grottesca ed inspiegabile arroganza, da parte degli Alleati, in particolare gli
USA e l’Inghilterra, pretendere di aver intrapreso la guerra contro la Germania solo in nome
della giustizia e dei diritti umani. L’intenzione di un Nuovo ordine Mondiale è
chiaramente dimostrata. Il 14 Giugno 1942 Roosevelt così si espresse con parole
di preghiera alla radio (13):
“ Dio dei popoli
liberi, dedichiamo oggi i nostri cuori e le nostre vite alla causa di tutta
l’umanità libera. Dacci la vittoria sui tiranni che schiavizzerebbero tutti gli
uomini e le nazioni libere. Dacci la fede e la capacità di considerare tutti
coloro che combattono per la libertà come se fossero nostri fratelli. Dacci
speranza ed unione fraterna, non solo per il tempo di questa dura guerra ma
anche per i giorni a venire che dovranno unire tutti i figli della terra. La
nostra terra non è altro che una piccola stella nel grande universo, ma se lo
vogliamo, possiamo farne un pianeta senza guerre, fame e paura, non diviso da
distinzioni senza senso di razze, colore della pelle o religione. Dacci quel coraggio e quella lungimiranza per
iniziare questo compito oggi affinché i nostri figli e i figli dei nostri figli
possano esserne orgogliosi in nome dell’umanità. Lo spirito umano si è
risvegliato e l’anima umana ha fatto dei passi avanti. Dacci la saggezza e la
visione di comprendere la grandezza dello spirito umano che subisce e soffre
così enormemente per un traguardo oltre le sue capacità. Dacci l’onore dei
nostri morti che perirono nella fede, l’onore per i vivi che lavorano e si
battono per la fede, la redenzione e la sicurezza di tutte le nazioni ed i
popoli prigionieri. Dacci la pazienza con gli illusi e la pietà per i traditi.
E dacci la capacità ed il valore che spazzeranno il mondo dall’oppressione e dalla vecchia
dottrina che il forte deve mangiare il debole perché è il più forte. Ma più di
ogni altra cosa dacci la fratellanza, non solo per questi giorni ma per gli
anni a venire, una fratellanza fatta non solo di parole ma di azioni e di
fatti. Tutti noi siamo figli della terra, dacci questa semplice consapevolezza.
Se i nostri fratelli sono oppressi, allora anche noi siamo oppressi. Se loro
hanno fame, anche noi abbiamo fame. Se la loro libertà viene a meno, allora
anche la nostra non è al sicuro. Dacci una fede comune in modo che l’uomo possa
conoscere pane e pace, che possa conoscere giustizia e onestà, libertà e
sicurezza, un eguale opportunità e un eguale opportunità perché faccia del suo
meglio, non solo nel nostro paese ma in tutto il mondo. E in quella fede
marceremo verso quel mondo pulito che sarà nostro compito attuare. Amen “
Questa pulizia per la quale lottare, spiegò quel “bravo
ragazzo” di Roosevelt dopo la
Conferenza di Tehran, deve essere riconosciuta nella
eliminazione della tirannia, schiavitù, oppressione e intolleranza. Nello
stesso modo in cui fecero i globalizzatori degli anni 90, egli invocò una
visione di una “famiglia mondiale di stati democratici”.
Nel paragrafo 2 della Carta Atlantica, firmata il 12 Agosto
1941, si afferma che i firmatari non cercavano cambiamenti territoriali “che
non corrispondessero ai desideri liberamente espressi dai popoli interessati”.
Dal 28 Novembre al 1° Dicembre 1943, i “Tre Grandi” si
riunirono ad una conferenza nell’ambasciata sovietica di Tehran per concordare
le politiche da applicare all’Impero Tedesco dopo la vittoria. La parola chiave
era lo smembramento della Germania, con il quale i tre Alleati concordarono. In
particolare in occasione della seconda sessione del 1° Dicembre, Churchill
pronunciò l’idea dello spartimento della Germania e perorò la causa della
frantumazione della Prussia considerata “la radice di tutti i mali”, nonché
della separazione della Baviera e altre province dalla Germania. Subodorando
questa opportunità, Stalin rese note le richieste dell’Unione Sovietica (14):
“ I russi non hanno
porti liberi dai ghiacci nel Baltico. Ecco il perché i russi hanno bisogno dei
porti di Koenigsberg e di Memel e della parte corrispondente alla Prussia
Orientale”.
Nel 1945 i sovietici misero i distretti di Koenigsberg e di
Gumbinnen (13.200 Km2) sotto il controllo amministrativo sovietico e vi
formarono il distretto di Kaliningrad. Nel 1946 i territori di Memelland furono
incorporati nella riorganizzata Repubblica Sovietica di Lituania.
Nel corso di un rinfresco in occasione della Conferenza,
Stalin fece una proposta durante un brindisi che fu accolta da Roosevelt con
una sonora risata (15):
“ La forza delle forze
armate Tedesche risiede in 50.000 alti ufficiali e scienziati. Alzo il calice
col desiderio che tutti e 50.000 vengano fucilati non appena li prenderemo “
Anche gli americani non erano contrari alle fucilazioni di
massa. A Washington, nell’Agosto 1944, il Generale Eisenhower disse
all’ambasciatore britannico che tutti gli ufficiali del Comando Supremo delle
Forze Armate Tedesche, nonché tutta la dirigenza del NSDAP (Partito
Nazionalsocialista dei Lavoratori Tedeschi) inclusi i funzionari municipali e
tutti i membri della polizia segreta, dovevano essere liquidati (16). Giusto
per non essere fraintesi, al riguardo si parla di circa 100.000 esseri umani
indifesi.
Mentre la guerra continuava con un incremento a svantaggio
della Germania, le intenzioni degli Alleati circa il futuro trattamento del
“problema tedesco” divennero sempre più sfacciate e dirette. Raggiunsero il
loro picco alla Conferenza di Yalta. Questa Conferenza dei “Tre Grandi” ebbe
luogo nell’ex palazzo degli Zar Livadia vicino a Yalta, in Crimea, dal 4 all’11
Febbraio 1945. Qui gli Alleati discussero intensamente del futuro da imporre
all’Impero Tedesco dopo la resa incondizionata. Tutti e tre i partecipanti
concordarono che non c’era altro modo per finire la guerra. Solo su questioni
minori non si trovarono completamente d’accordo fra loro. Ad esempio: dovevano
lasciare in carica un’amministrazione tedesca alla quale assegnare le zone di
occupazione, oppure dovevano dividere ciò che rimaneva della Germania in due
stati, nord e sud, con Vienna la capitale di quest’ultimo? Alla fine decisero un altro piano. Churchill
affermò che (17):
“ secondo lui non
c’era bisogno di informare i Tedeschi della futura politica da condurre nel
loro paese. Ai Tedeschi andava detto che si sarebbero dovuti aspettare
ulteriori richieste Alleate dopo la resa. Queste ulteriori richieste sarebbero
state fatte sulla testa dei Tedeschi dietro comune accordo tra gli Alleati “.
Questa intenzione non rivela altro che un assegno in bianco
circa il trattamento futuro dei Tedeschi. In merito a ciò Churchill dichiarò
inoltre (18):
“ che una resa
incondizionata precludeva qualsiasi accordo di armistizio. Resa incondizionata
era la parola sulla quale le operazioni militari sarebbero terminate. Coloro
che firmavano i termini di una resa incondizionata si sottomettevano alla
volontà dei vincitori “.
Mentre i soldati dell’Armata Rossa avanzavano nella Germania
Orientale nel corso del 1944/1945, questi erano “preparati” (19)
all’occupazione della Germania, soprattutto da un punto di vista politico. In
numerose prime pagine dei giornali venivano pubblicate le regole che dovevano
gestire il comportamento dei soldati dell’Armata Rossa. Sia i propagandisti che
gli scrittori contribuirono al fine, come Alexei Tolstoi, Mikhail Alexandrovich
Sholokhov (La Scuola
dell’Odio), Konstantin Mikhailovich Simonov (Uccidetelo!) e Surkov (Io
Odio!). Le direttive propagandiste più autorevoli comunque erano quelle di
Ilya Ehrenburg. Il suo libro Voina (La Guerra), pubblicato nel
1943 dalla State Publications Office for Fine Literature (!), Mosca, conteneva
espressioni come:
“ I Tedeschi non sono
umani. Se durante la giornata non avete ancora ucciso un Tedesco, allora per
voi è stato un giorno inutile. Dopo che avete ucciso un Tedesco, uccidetene un
altro, per noi non c’è niente di più allegro dei cadaveri dei Tedeschi “
I soldati sovietici venivano incitati a commettere crimini
contro la popolazione tedesca e contro i soldati tedeschi, tuttavia non solo
dal punto di vista politico o propagandistico. Anche dal punto di vista
militare il messaggio non lasciava dubbi. Nei suoi ordini giornalieri,
marciando nella Prussia Orientale, il Maresciallo Tcherniakowski affermò:
“ Non c’è pietà, per
nessuno. Non è necessario chiedere ai soldati dell’Armata Rossa di dimostrare
pietà. Essi ardono di odio e di desiderio di vendetta “
Altre espressioni invitano chiaramente allo stupro delle
donne e delle ragazze tedesche. L’avvocato tedesco Heinz Nawratil si riferisce
ad Alexander I. Solzhenitsyn, il quale nel suo libro Arcipelago Gulag, scritto tra il 1964 ed il 1968, afferma che:
“ Le ragazze tedesche
potevano essere violentate e poi uccise e tutto questo sarebbe stato quasi
sempre considerato come un incidente di guerra “
Nawratil si riferisce anche a Lev Kopelev, scrittore,
attivista dei diritti civili ed amico di Heinrich Boell, che descrisse
così le parole di un sobillatore
comunista:
“ Cosa bisogna fare
perché il soldato mantenga sempre il suo spirito combattivo? Per prima cosa
deve odiare il nemico come la peste e deve volerlo distruggere dalla radice ai
rami. Come seconda cosa quando arriva in Germania tutto gli appartiene, ogni
tipo di cianfrusaglia, le donne, tutto! Fate quello che volete “
Sia i soldati dell’esercito tedesco che la popolazione
civile tedesca soffrirono tantissimo questo comportamento da parte dei soldati
dell’Armata Rossa. Le atrocità non
furono incidenti isolati ma crimini di massa noti alle più alte autorità e in
generale verranno poi definite in seguito come uno dei più grandi crimini di
massa dei tempi moderni .
Le invettive e le incitazioni di odio di Ilya Ehrenburg (20)
ed i suoi compagni propagandisti non rappresentavano affatto una misura di
propaganda eccezionale o singolare dell’Unione Sovietica. Il reporter di guerra
Tenente Guenther Heysing mise insieme una collezione di citazioni prese da
pubblicazioni sovietiche e da dichiarazioni raccolte da interrogatori di soldati
dell’Armata Rossa (21). Questo è quanto scriveva la rivista militare Boyevaia Trevoga del 20 Ottobre 1944:
“ Trema Germania!
Trema maledetta Germania!Ti copriremo di fuoco e acciaio ed accoltelleremo al
cuore fino all’ultimo soldato che ha calpestato il suolo russo “
Rivolgendosi all’aviazione sovietica all’inizio dell’attacco
sovietico alla Prussia Orientale, leggiamo:
“L’Armata Rossa è
all’offensiva per adempiere gli ordini del grande Stalin per dare alla bestia
tedesca il colpo mortale. Con odio bruciante entreremo nella terra dell’odiato
nemico. Verremo come giudici e vendicatori. Il nemico deve essere distrutto
senza pietà “.
Il 25 Ottobre 1944, il consiglio di guerra e
l’amministrazione politica del 3° Fronte Bianco Russo, fece il seguente
appello:
“ Avanti vincitori!
Possa la terra tedesca, che ha procreato l’immondizia fascista, tremare sotto i
nostri cingoli! Possa l’odiato nemico macchiato di sangue che ci inflisse così
tanto dolore, tremare ed annegare nella corrente del suo sangue nero! “
In un discorso tenutosi nell’Ottobre 1944 sul tema: “ Cosa
richiede il Partito Comunista da un membro dal Fronte Unitario della Gioventù
Comunista? “. Fu affermato:
“ Giovani combattenti!
Voi sapete quali tremende sofferenze i Tedeschi hanno causato al vostro polo,
alla vostra famiglia, alle vostre amate. Vendicateli tutti senza pietà. Per la
vita di ogni singolo russo togliete la vita a dieci tedeschi. Ricordate che
ogni giorno che non ucciderete un tedesco è un giorno sprecato “.
Un prigioniero del 758° Reggimento delle Guardie/88a.
Divisione delle Guardie affermò:
“ Prima di entrare sul
suolo tedesco ci fu insegnato dagli ufficiali che non dovevamo rispettare la
proprietà della popolazione civile tedesca e che potevamo trattare la
popolazione come selvaggina da caccia. Le donne potevano essere stuprate “.
Un prigioniero del 529° Artiglieria Anticarro Autonomo
testimoniò:
“ In Polonia il furto
di patate veniva severamente punito. Nella Prussia Orientale chiunque poteva
prendere ciò che voleva. Comunque la rimozione di vestiario ed altri
oggetti personali era proibita persino
nella Prussia Orientale poiché era sottointeso che queste cose dovevano essere
riportare in Russia “.
Un disertore del 331° Reggimento delle Guardie/1104a.
Divisione delle Guardie confermò quanto segue:
“ Prima era proibito
prendere il bottino di guerra, ma ora sul suolo tedesco non è più punibile.
Chiunque può prendere tutto quello che può “.
Un disertore del 494° Reggimento delle Guardie/174a.
Divisione delle Guardie, confessò:
“ Il comandante della
compagnia ed il comandante della colonna dissero che in territorio tedesco si
poteva saccheggiare senza essere puniti e si potevano mettere le mani addosso
alle donne tedesche”.
Nessuno fece attenzione all’Art. 28 della Convenzione
dell’Aja sulla Guerra di Terra, nel quale veniva espressamente citato che era
proibito permettere il saccheggio di città o proprietà, anche se venivano
conquistate in azioni di assalto.
Inviti alla persecuzione dei Tedeschi erano all’ordine del
giorno e non solo in Unione Sovietica. Sia in Inghilterra che negli USA
apparvero molti scritti propagandistici che invitavano alla persecuzione dei
Tedeschi e della Germania. In Inghilterra Sir Robert Vansittart fu uno dei più
importanti incitatori di atti germanofobi.
In qualità di Primo Consigliere Diplomatico del Ministero degli Esteri
Britannico, era noto negli ambienti diplomatici come “ l’odiatore di Tedeschi “. Nei suoi libri Black Record – Passato Nero (1941) e Lessons of my Life- Lezioni della mia vita (1943) egli divulgò l’idea che il popolo
tedesco era l’eterno disturbatore della pace mondiale, il “rapace assassino”
fra le nazioni civilizzate. Per questa ragione era necessario distruggere
questo popolo criminale, aggressivo e barbaro dotato di istinto omicida. L’influenza
di Vansittart era enorme. Fu un personaggio chiave nella cricca bellica
britannica a sostegno delle misure draconiane contro la Germania.
Pure in America apparvero una serie di pubblicazioni inumane
e razziste, come What about Germany? Che
ne facciamo della Germania? (1942) di L.P. Lochner, How to treat the Germans – Come trattare I tedeschi (1943) di Emil
Ludwig e Germany: To be or not to be? –
Germania: essere o non essere? (1943) di G.H. Seger e S.V. Marck. Quando
gli americani iniziarono l’occupazione della Germania nel 1944-45, venne
distribuito gratuitamente fra le truppe
americane un libretto dall’arrogante titolo What to do with Germany? – Cosa farne della Germania? Di Louis
Nizer, un avvocato di New York e presidente di un’associazione assistenziale
per immigrati ebrei. Nizer suggeriva, fra le altre cose, che ogni ufficiale
tedesco dal grado di Colonnello in su fosse portato in tribunale, che il
sistema scolastico tedesco fosse messo in mani Alleate e che l’industria
pesante dovesse essere tolta alla Germania. Questo libretto non rappresentava
un pezzo di trascurabile propaganda di un insignificante odiatore dei tedeschi,
ma, secondo il testo sulla quarta di copertina, il Presidente americano Harry
Truman ne sarebbe stato profondamente influenzato e raccomandò ad ogni
americano di leggerlo.
Il Presidente Roosevelt distribuì il libretto ai membri del
suo Gabinetto, mentre il Generale Eisenhower ne spedì 100.000 copie e fece
scrivere agli ufficiali del suo staff commenti sul libro. Nonostante il fatto
che il libro di Nizer brulicava di
invettive contro la Germania
e tutto ciò che era tedesco, questo piccola opera che incitava all’odio fu
presa per buona da molti importanti personaggi della politica e del mondo
scientifico, in quello militare e mediatico. Il tema principale in questa ed in
altre opere propagandistiche era che la Germania aveva giocato un ruolo unico e negativo
nella storia del mondo che veniva espresso nella sua filosofia, nella sua
politica e nel carattere del suo popolo. Il Nazismo fu proprio una espressione
contemporanea dell’inevitabile desiderio tedesco di saccheggiare e schiavizzare
altri popoli. Tutti i Tedeschi, non solo i Nazionalsocialisti, furono definiti
come l’incarnazione del male.
Non dovrebbe quindi stupire che in un calendario tascabile
del 1944 per l’esercito americano in Germania si trovino delle primizie come
(22):
“ Fin dal 1933, quando
Hitler arrivò al potere, la gioventù tedesca è stata attentamente e totalmente
addestrata per la conquista del mondo, l’assassinio e la perfidia “.
“ Abbiamo combattito
contro i Tedeschi e i Giapponesi perché la nostra stessa libertà era minacciata
e perché gli interessi del nostro paese erano legati a quelli degli Inglesi,
dei Russi, dei Cinesi, dei Francesi e di tutti gli altri combattenti per la
libertà “.
“ E’ un fatto storico
che l’aggressione tedesca ed il desiderio di conquista siano all’ordine del
giorno. E’ stato solo di recente, grazie alle moderne invenzioni e
all’accorciarsi delle distanze sulla superficie del globo, che il Tedesco è
stato in grado di arrivare a realizzare il suo sogno di schiavizzare il mondo
“.
Persino Churchill di tanto in tanto se ne usciva con nuove
interpretazioni storiche e giudizi astrusi sui Tedeschi. Il 9 Novembre 1940, ad
esempio, in un discorso a Mansion House dichiarò che l’Austria era uno di
quelle nazioni per la quale la
Gran Bretagna aveva sfoderato la spada e per la quale la
vittoria inglese significava libertà. Il 21 Settembre 1943 egli spiegò che i
Tedeschi combinavano nel modo più mortale le qualità del guerriero e dello
schiavo (23):
“ Loro stessi non
considerano la libertà e la sola sua presenza in altri popoli è per loro un
fatto di odio. Ogni qualvolta che diventano forti, cercano la loro preda e
seguiranno con ferrea disciplina chiunque li dovesse condurre ad essa. Il
centro della Germania è la
Prussia. E’ lì la l’origine dell’attuale pestilenza “.
Naturalmente, con questa consapevolezza storica, sta alla
brava gente, cioè agli Alleati ed in particolare agli Americani, fare in modo
di neutralizzare la più piccola possibilità che il corso della storia mondiale possa venir influenzata dai
Tedeschi.
Questa neutralizzazione, per intenderci, può essere
effettuata in vari modi. Uno è l’estinzione biologica del popolo tedesco,
proposta, ad esempio, da Theodore Nathan Kaufman, presidente dell’Associazione
Americana per la Pace. Egli
apparteneva alla cerchia più ristretta dei consiglieri di Roosevelt ed influiva
direttamente sulle decisioni del Presidente americano. Nel 1940, dieci mesi
prima dell’entrata ufficiale in guerra degli Stati Uniti, Kaufman pubblicò un
libro dal titolo Germany Must Perish (la Germania deve perire).
Questo libricino intriso di odio contiene ciò che sarebbe stato conosciuto come
il Piano Kaufman, lo schema col quale questo consigliere presidenziale
suggeriva lo sterminio di 70 milioni di persone della nazione tedesca, inclusi
donne e bambini, con la relativa distribuzione dell’Impero Tedesco fra le
nazioni confinanti. Più specificatamente il libro diceva (24):
“ La guerra di oggi
non è una guerra contro Adolf Hitler. E non è nemmeno una guerra contro i
Nazisti. E’ una lotta fra la nazione Tedesca e l’umanità. Questa volta la Germania ha obbligato il
mondo ad una GUERRA TOTALE. Di conseguenza deve prepararsi a pagare una PENA
TOTALE e questa non può essere che una sola: la Germania deve perire per
sempre! Materialmente e non teoricamente! La popolazione della Germania,
esclusi i territori annessi e conquistati, è di circa 70 milioni, più o meno
equamente distribuiti fra maschi e femmine. Per raggiungere lo scopo prefissato
dell’estinzione tedesca sarebbe necessario castrarne 48 milioni . Per quanto
riguarda il tema della sterilizzazione maschile, la cosa più facile e più veloce sarebbe di
avvalersi dell’esercito in qualità di unità organizzate. Portando 20.000
medici, come numero arbitrario e presumendo che ognuno riesca a praticare 25
operazioni giornaliere, non ci vorrebbe più di un mese, al massimo, per
completare la castratura. Ovviamente più dottori riusciamo a portare, oltre
questi 20.000, e meno tempo sarebbe necessario. La restante popolazione
maschile potrebbe poi essere tranquillamente castrata nel giro di tre mesi. Per
quanto riguarda la sterilizzazione femminile ci vorrà un po’ più di tempo. Si
può prevedere che l’intera popolazione femminile tedesca potrà essere
sterilizzata nel giro di tre anni o meno. La sterilizzazione completa di ambo i
sessi, e non solo di uno, è da considerarsi necessaria in virtù dell’attuale
dottrina tedesca in base alla quale anche una sola goccia di vero sangue
tedesco rappresenta un tedesco. Ovviamente, a sterilizzazione ultimata, non ci
saranno più nascite in Germania. Ad un tasso normale di mortalità del 2% annuo,
la popolazione in Germania diminuirà al ritmo di 1.500.000 unità all’anno.
Pertanto nel giro di due generazioni, a costo di milioni di vite,
l’eliminazione del Germanesimo e dei suoi portatori, sarà diventato un fatto
compiuto “.
Ernest Albert Hooton, professore di antropologia alla
Università di Harvard scrisse in termini simili. In un articolo di giornale
sulla rivista di New York Peabody
Magazine, del 4 Gennaio 1943, dal titolo Breed war strain out of Germans (sradicate la razza guerriera dai
tedeschi), egli propose un programma politico da applicare alla Germania. Oltre
a varie manipolazioni genetiche che “avrebbero distrutto il nazionalismo
tedesco e l’ideologia aggressiva”, suggerì:
“ Per un periodo di 20
anni o più utilizzare l’insieme dell’attuale esercito tedesco come unità di
lavoro riabilitativo nelle aree devastate delle Nazioni Alleate e altrove “
In un articolo canadese il programma fu descritto con la
dicitura: “ Nessuna Germania, quindi niente più guerre tedesche “ (25). Il
romanziere giallo Rex Stout scrisse un articolo dal titolo “ Odieremo, oppure
perderemo “ che apparve sul New York Times. Il giornalista William S. Shirer
lodò l’idea di colpa collettiva e le sue
conclusioni erano contenute nel titolo (26):
“ Sono tutti
colpevoli, puniteli “
Come dimostrano i sopracitati esempi fu dato ampio spazio,
da parte dei britannici e degli americani, all’idea di estinguere o di
neutralizzare scientificamente la nazione tedesca. Ben prima della cessazione
delle ostilità ci fu una generale intesa che era necessario annientare la
ricerca scientifica tedesca. I metodi per farlo includevano l’appropriarsi dei
brevetti tedeschi, il sequestro e il legale sfruttamento degli scienziati
tedeschi e il divieto o, almeno la totale supervisione, alle attività dei
laboratori tedeschi e delle istituzioni scientifiche. Gli Alleati misero in
pratica questi metodi malvagi senza scrupoli e pietà.
Il principale ideatore di questi schemi disparati miranti
alla distruzione o all’esproprio della Germania fu, comunque, il Segretario del
Tesoro degli Stati Uniti d’America Henry Morgenthau, Jr., “uno dei più
importanti ebrei americani” (27). Fu colui che convinse Roosevelt ad essere
“duro” con i Tedeschi. Il Manuale per il
Governo Militare in Germania, scritto dal Quartier Generale del Corpo di
Spedizione Americano (SHAEF) nell’Agosto 1944, che doveva essere la guida
politica per le forze d’occupazione in Germania, incontrò la sua
disapprovazione per via dei suoi “punti deboli”. Ad esempio: Morgenthau
riteneva che la razione di 2.000 calorie giornaliere per i lavoratori Tedeschi
fosse troppo alta. Il Presidente americano fu compiaciuto del tipo di
“suggerimento migliorativo” dato. Roosevelt concordò che i Tedeschi dovevano
essere trattati così (28):
“ Dobbiamo essere duri
con la Germania
ed intendo dire col popolo tedesco, non solo con i Nazisti. O dovete castrare
il popolo tedesco oppure dovete trattarlo in modo tale da non poter più
riprodursi e generare persone che vogliono continuare nel modo in cui hanno
fatto in passato “
Dopo quest’intesa generica fra Roosevelt e Morgenthau,
quest’ultimo, in una conferenza stampa, criticò gli autori del Manuale pubblicamente per essere troppo
docile verso i Tedeschi e quindi “il Manuale fu rapidamente ritirato” (29).
A Morgenthau, che Roosevelt appoggiava senza riserve, fu
data quasi carta bianca per quanto riguarda la politica da imporre alla
Germania. Voleva sistemare la questione tedesca una volta per tutte ed il suo
metodo per arrivarci era di imporre una soluzione finale ai tedeschi, un piano
che fu chiamato appunto: il Piano Morgenthau. In base a questo piano, la Germania doveva essere
ridotta ad un paese agricolo, deindustrializzato, con pochi abitanti. I
progetti di Morgenthau furono descritti come “misure per la prevenzione di una
terza guerra mondiale causata dalla Germania”. Le misure del Piano includevano
la smilitarizzazione della Germania, restituzioni e risarcimenti, educazione e
propaganda, decentramento politico, supervisione dell’economia a cura
dell’esercito, controllo dello sviluppo economico tedesco, un programma
agrario, la punizione dei criminali di guerra e lo smantellamento della nuova
Germania. Il 30 Settembre 1944, il giornale Voelkische
Beobachter (Osservatore Popolare) elencò in dettaglio tali misure:
“ L’intera industria
dell’acciaio, le industrie chimiche e gli stabilimenti per la produzione di
benzina sintetica verranno tolti ai Tedeschi e trasferiti in altri paesi.
L’educazione dei bambini verrà messa sotto il controllo delle Nazioni Unite e
le scuole dovranno rimanere chiuse fintanto che non verranno reperiti
sufficienti insegnanti ebrei. Dovranno essere scritti subito nuovi testi
scolastici i cui contenuti dovranno essere concordati da Washington,
Londra e Mosca. Secondo il Piano
Morgenthau verranno proibiti gli studi universitari ai giovani tedeschi, gli
edifici dei licei tecnici tedesche verranno chiusi e le loro librerie e
gli strumenti di ricerca verranno distribuiti fra America, Inghilterra e Unione
Sovietica “.
Secondo lo schema di Morgenthau, la Germania non doveva
essere solamente disarmata in modo totale ma la sua intera base industriale
doveva essere smantellata o distrutta. Le miniere e le fabbriche di carbone
andavano inondate. Per quanto riguarda i risarcimenti, Morgenthau aveva piani
dettagliati: questi dovevano essere realizzati non tanto tramite pagamenti e
consegne di merci, ma piuttosto con la cessione delle materie prime minerarie
tedesche e altre risorse, soprattutto con la restituzione delle proprietà che i
Tedeschi avevano razziato nei territori
occupati, con la cessione di territorio tedesco e di diritti di proprietà
privata tedesca nelle industrie verso i paesi che la Germania aveva invaso,
con il trasferimento e la ridistribuzione degli stabilimenti e dei macchinari
industriali, col lavoro forzato di lavoratori tedeschi in paesi stranieri e con
la confisca di tutte le proprietà tedesche di ogni tipo fuori dalla Germania
(30). Il Presidente Roosevelt condivideva il concetto di Morgenthau di colpa
collettiva tedesca per la guerra e nell’opinione che la Germania andava trattata
nel più duro dei modi dopo la guerra. Non deve quindi sorprendere se durante la
seconda conferenza tenutasi in Québec, nel Settembre 1944, i piani di
Morgenthau per la devastazione del cuore d’Europa furono riconosciuti da
Roosevelt e Churchill come il programma ufficiale da imporre alla Germania
post-bellica (31), oppure se Morgenthau poté scrivere con compiacimento alla
pagina 12 del suo libro Germany is our
Problem (la Germania
è un nostro problema) che i principi fondamentali di questo programma
rappresentano il punto di vista ufficiale degli Stati Uniti.
Al Senato americano fu spiegato che una Germania disarmata e
deindustrializzata avrebbe liberato i paesi confinanti europei dal dominio
economico della Germania. Il fatto che tutta l’Europa avesse beneficiato della
forza industriale della Germania e che il collasso industriale della Germania
avrebbe conseguentemente avuto delle ripercussioni negative sul resto d’Europa,
era considerato trascurabile dal Dipartimento del Tesoro Americano. Un
promemoria datato 7 Settembre 1944, conteneva l’affermazione che l’economia
dell’Europa non era dipendente dalla Germania “perché gli Stati Uniti, la Gran Bretagna, la Francia e il Belgio
potevano facilmente fornire ciò che la Germania forniva prima della guerra” (32).
Mentre gli americani
completavano la loro crociata in terra tedesca nella primavera del 1945,
Washington comunicò ai suoi più alti capi militari in Europa speciali direttive
politiche da applicarsi all’occupazione. Le severe norme emanate nella
direttiva JCS 1067, data nella metà del 1947, derivavano dal Piano Morgenthau.
Tuttavia gli americani rinunciarono alla completa distruzione dell’industria
tedesca la quale doveva essere tenuta in moto al minimo per evitare epidemie e
rivolte e si astennero dall’inondare le miniere ma andarono avanti con la
decostruzione industriale, l’esproprio intellettuale ed anche con la
demilitarizzazione, denazificazione e la decentralizzazione della Germania come
contesto della loro politica. Le norme della direttiva JCS 1067 era
praticamente le stesse di quelle del Piano Morgenthau, scritto per trattare la Germania come la causa
della guerra.
La stesura della direttiva JCS 1067, dal Capo di Stato
Maggiore americano al Comando Supremo delle forze d’occupazione in Germania, fu
approvata alla fine di Aprile 1945 dal Comitato per la Politica Informale
in Germania del Congresso Americano ed approvata in Maggio dal Presidente
Truman. Per quanta riguarda lo scopo del governo militare in Germania, la
dichiarazione ufficiale di questo documento fu (33):
a. Va comunicato ai
Tedeschi che la crudele guerra della Germania e la fanatica resistenza Nazista
hanno distrutto l’economia tedesca, creato caos e inevitabile sofferenza e che
i Tedeschi non possono sfuggire alla responsabilità di ciò che hanno causato a
se stessi.
b. la Germania non verrà
occupata allo scopo della liberazione ma come nazione nemica sconfitta. Il
vostro scopo non è l’oppressione ma occupare la Germania con il fine di
realizzare certi importanti obiettivi Alleati. Nel condurre la vostra
occupazione e l’amministrazione dovete
essere giusti ma fermi e imparziali. Scoraggerete con decisione il
fraternizzare con funzionari tedeschi e la popolazione.
c. Il principale
obiettivo Alleato è di evitare che la Germania ritorni ad essere una minaccia per la
pace nel mondo. I passi principali per raggiungere questo obiettivo sono
l’eliminazione del Nazismo e il militarismo in tutte le loro forme, l’immediato
arresto dei criminali di guerra per la loro punizione, il disarmo e la
smilitarizzazione della Germania, esercitando un controllo continuo sulla
capacità della Germania di fare la guerra e la preparazione di una eventuale
ricostruzione della vita politica tedesca su basi democratiche.
d. Altri obiettivi
Alleati sono di far rispettare il programma delle restituzioni e dei
risarcimenti in modo da venire in soccorso dei paesi devastati dall’aggressione
Nazista e assicurarsi di prendersi cura dei prigionieri di guerra e delle
persone sfollate delle Nazioni Unite al fine del loro rimpatrio.
Per quanto riguarda la supervisione economica, la direttiva
faceva la seguente chiara affermazione (34):
“ Nessun provvedimento,
in esecuzione del programma dei
risarcimenti o quant’altro, verrà preso, se questo dovesse favorire il sostegno
delle condizioni basilari di vita, in Germania o nella zona di vostra
competenza, portandolo ad un livello superiore di quello esistente in uno dei
confinanti paesi delle Nazioni Unite “.
Anche la
Francia e l’Inghilterra adottarono più o meno le stesse
misure distruttive americane per quanto riguarda la Germania. Subito
dopo la stesura della normativa JCS 1067, furono formulate le misure per la
decostruzione industriale, prima dagli americani e poi, dopo la Conferenza di Potsdam,
dagli Alleati. Furono pianificate tre forme di decostruzione:
1 – risarcimenti “in natura”, cioè lo smantellamento dei
macchinari e delle fabbriche tedesche.
2 – la completa demolizione della capacità produttiva
tedesca
3 – una politica ufficiale di “ inadempienza o negligenza
legale “ delle fabbriche e dei macchinari tedeschi.
Anche qui, questi progetti per la distruzione dei mezzi di
esistenza del popolo tedesco sono direttamente reperibili nel Piano Morgenthau.
Le direttive generali per la politica di occupazione
americana si attenevano al Piano Morgenthau. Eisenhower, nel suo libro dal
titolo Crusade in Europe (crociata in
Europa), espresse orgoglio al fatto che gli ufficiali del governo militare
americano avessero eseguito un lodevole lavoro (35) per via dell’onestà, della
bravura e dell’accuratezza nell’addestramento che dimostrarono nel portare a
termine il loro dovere applicando le misure prescritte nella direttiva JCS
1067. Il professore universitario Nicholas Balabkins, non certo un germanofilo,
ammise che le direttive furono la versione ufficiale del Piano Morgenthau, benché
in una qualche forma diluita (36).
Invece, alcuni storici tedeschi del dopoguerra hanno ostinatamente
cercato di negare l’enorme influenza del Piano Morgenthau nelle misure prese
dagli Alleati. Uno di loro, Rolf Steininger, professore di storia all’Università
di Innsbruck, scrisse, senza ironia, che al Piano Morgenthau sarebbe stato
riconosciuto un importante, e sopravalutato, posto nella storiografia, in
particolare per quanto riguarda i temi dello smembramento e la futura economia
della Germania (37).
Infatti il Piano Morgenthau “durante la guerra, costituì i
tema centrale per la pianificazione della pace delle potenze occidentali, sia
negli ambienti pubblici che ufficiali “ (38). Il Piano Morgenthau fu la base di
tutti gli altri piani concernenti la Germania e persino i piani sovietici sullo stesso
tema non si discostavano dalla direttiva JCS 1067. Erano tutti basati sulla
mutilazione e sullo smembramento della Germania, la (temporanea) carestia del
popolo tedesco, la decostruzione dell’industria tedesca e lo smantellamento
economico della Germania in modo da neutralizzare la Germania come forza
politica per un lungo tempo e migliorare nonché rafforzare le posizioni
economiche e politiche alleate.
Con queste teorie e progetti, che possono essere stati partoriti
solo da una mente malata e che deviano da ogni regola umana e civilizzata, i
guerrafondai dell’occidente non erano in sostanza tanto diversi da Ilya
Ehrenburg e altri fanatici fomentatori assassini dell’Unione Sovietica.
Provenivano tutti dalla stessa origine ed erano tutti responsabili degli orrori
inflitti alla Germania. La scelta specifica delle parole poteva variare da
propagandista a propagandista, da speculatore bellico a speculatore bellico, da
gruppo di pressione a gruppo di pressione, ma nel loro scopo di uccidere ed
annientare il cuore dell’Europa, non erano diversi uno dall’altro.
NOTE:
1 – cf. Hanns Hertl e altri (ed.), Der “Bruenner Todesmarsch” 1945. Eine Dokumentation, (la “marcia
della morte di Bruenn” 1945. Una documentazione) Stenzel und Bauer, Schwaebisch Gmuend 1998, pag. 15 in poi
2 – Per una dettagliata analisi del tema prego contattare
Claus Nordbruch, Der deutsche Aderlass. Wiedergutmachung fuer Deutschland und Entschaedigung an Deutschen, (il dissanguamento tedesco. Risarcimento
per la Germania
e indennizzo per I tedeschi), 2a. edizione, Tuebingen 2003
3 – Hanns Hertl e altri (ed.), op. cit. (nota 1) pag. 26
4 – Citato nello stesso, pag. 189
5 – Cf. Wolfgang Wagner, Die
Entstehung der Oder-Neisse-Linie in den diplomatischen Verhandlungen waehrend
des Zweiten Weltkrieges (l’origine della linea di confine Oder-Neisse nelle
trattative diplomatiche durante la Seconda Guerra Mondiale), 2a. edizione rivista ed
ampliata, Brentano, Stoccarda 1959, pag. 6
6 – The Tehran, Yalta
& Potsdam Conferences, Documents (Le conferenze di Tehran, Yalta e
Potsdam. Documenti), Progress
Publishers, Mosca 1969 pag. 48
7 – Cf.
idem, pag. 104
8 – Citato
in Herbert Feis, Churchill, Roosevelt,
Stalin. The war they waged and the peace they sought (Churchill, Roosevelt,
Stalin. La Guerra
che mossero e la pace che cercarono), stampa dell’Università di Princeton, New
Jersey 1967, pag. 109
9 – Citato
in Franz Kurowski, “Von der
bedingungslosen Kapitulation bis zur Mondorfer Erklaerung vom 6. Juni 1945” (dalla capitolazione incondizionata
alla dichiarazione di Mondorf del 6 Giugno 1945) in: Gesellschaft fuer Freie
Publizistik (società per la libera pubblicistica) (ed.), Jalta und Potsdam ueberwinden (superare Yalta e Potsdam),
Kongress-Protokoll 1985, GfP, Berg 1985, p. 22
10 – Cf.
Tom Bower, Verschwoerung Paperclip. NS-Wissenschaftler im Dienst der
Siegermaechte (complotto “graffetta”. Scienziati nazisti al servizio delle
potenze vincitrici), List, Monaco 1988, pag. 108
11 – Herbert Marzian, Zeittafel
und Dokumente zur Oder-Neisse-Linie 1939-1952/53 (cronologia e documenti
sulla linea di confine Oder-Neisse 1939-1952/53), Holzner, Kitzingen 1953, pag.
18
12 – Citato in Franz Kurowski, op. cit., (nota 10), pag. 10
13 – Citato in Caspar von Schrenck-Notzing, Charakterwaesche. Die Politik der
amerikanischen Umerziehung (Lavaggio del cervello. La politica della
rieducazione americana), Kristall bei Langen-Mueller, Monaco 1981, pag. 68
14 – Citato
in Tehran, Yalta and Potsdam Conferences.
Documents, op. cit., (note 6) pag. 50
15 – Che questo non era un futile scherzo, come hanno
affermato alcuni storici attuali, è dimostrato, ad esempio, dal document
pubblicato nel 1961 dal Dipartimento degli Stati Uniti: Foreign Relations of the United States; Diplomatic Papers: The Conference
at Cairo and Tehran 1943 (Relazioni estere degli Stati Uniti; documenti
diplomatici: la Conferenza
del Cairo e Tehran nel 1943), che afferma a pagina 553: “ Almeno 50.000, forse 100.000 appartenenti agli alti comandi germanici
devono essere fisicamente liquidati”. Vedi anche Michael Balfour e John
Mair, Four-Power Control in Germany and
Austria 1945-1946 (il controllo a quattro della Germania e dell’Austria
1945-1946), stampa dell’Università di Oxford, Londra 1956, pag. 35, hanns D.
Ahrens, Demontage (smantellamento),
Universitas, Monaco 1982, pag. 19 e Heinz Nawratil, Vertreibungsverbrechen an Deutschen. Tatbestand, Motive, Bewaeltigung (il
crimine dell’espulsione dei tedeschi. Circostanze di fatto, motivi,
attuazione), Ullstein, Francoforte sul Meno/Berlino 1987, pag. 124. Persino la
guida ufficiale sulla mostra dei prigionieri di guerra tedeschi e sovietici
della Casa della Storia nella Repubblica Federale Tedesca, conferma la cifra di
50.000 come valida. (cf. pag. 77)
16 – Cf.
James Bacque, Other Losses. An
Investigation into the Mass Deaths of German Prisoners at the Hands of the
French and Americans after World War II (versione italiana nota col titolo
di: Gli Altri Lager. Un inchiesta sulle morti di massa dei prigionieri
tedeschi nelle mani dei francesi e degli americani dopo la Seconda Guerra
Mondiale), Stoddart, Toronto 1989, pag. 23
17 – Citato
in The Tehran,
Yalta & Potsdam Conferences, op. cit., (note 6),
pag. 70
18 – citato nello stesso, pag. 71
19 – Claus
Nordbruch, Ueber die Pflicht. Eine
Analyse des Werkes von Siegfried Lenz. Versuch ueber ein deutsches Phaenomen (Oltre il dovere. Un analisi
dell’opera di Siegfried Lenz. Esperimento su un fenomeno tedesco), Olms,
Hildesheim 1996, pag. 159. Ci sono ampie citazioni e riproduzioni delle invettive
di odio di Ilya Ehrenburg nel libro di Joachim Hoffmann: Stalin’s War of Extermination 1941-1945 (la guerra di sterminio di
Stalin 1941-1945), Theses & Dissertation Press, Capshaw, AL, 2001
20 – Nel 1991 molti giornalisti e politici tedesco-occidentali
ebbero la discutibile opportunità di commemorare Ilya Ehrenburg in occasione
del suo centenario di nascita. Se fu a causa di ignoranza, cattiveria o
deliberata intenzione di disinformare non lo esamineremo in questa sede. Quando
fu allestita una mostra a Berlino-Schoeneberg su “ i Russi a Schoeneberg “
l’assemblea rappresentativa locale della CDU presentò una mozione per onorare
“l’opera” di Ehrenburg e promuovere la memoria di questo “giornalista e
scrittore”. Importanti giornali opinionisti non volevano essere da meno in
questa profusione di lodi e, ad esempio, affermarono “l’effervescente gioia di
scrivere” di Ehrenburg, lo glorificarono come un “maestro della satira” ed
ammirarono le sue “ampie descrizioni panoramiche”.
21 – Archivio Federale, Ost-Dok. 2, Nr. 43/3off.
22 – Pocket Guide to
Germany (guida tascabile della Germania), Ufficio Stampa del Governo
Americano 1944, pag. 7, 15 e 28
23 – Citato in Michael Balfour e John Mair, Four-Power Control in Germany and Austria
1945-1946 (il controllo a Quattro della Germania e dell’Austria 1945-1946),
Stampa dell’Università di Oxford, Londra 1956, pag. 34
24 – Theodore Kaufman, Germany must perish! (la Germania deve perire),
Argyle Press, Newark, pag. 1, 3 94f
25 – Caspar
von Schrenck-Notzing, Charakterwaesche. Die Politik der Amerikanischen Umerziehung (Lavaggio
del cervello. La politica della rieducazione americana), Kristall bei
Langen-Mueller, Monaco 1981, pag. 62
26 – Idem,
pag. 66
27 – Rolf Steininger: Deutsche
Geschichte 1945-1961 (Storia tedesca 1945-1961), Vol. 1, Fischer,
Francoforte sul Meno 1983, pag. 34
28 – Henry Morgenthau nell’annotazione del suo diario il 19
Agosto 1944, citato da David Irving: Der
Morgenthau-Plan 1944/45. Amerikanische Deutschlandspolitik:
Suehnenleistungen, “re-education”, Aufloesung der deutschen Wirtschaft (Il Piano Morgenthau 1944/45. La
politica tedesca Americana: espiazioni, “ri-educazione”, disfacimento
dell’economia tedesca), Soyka, Brema 1986, pag. 23
29 – Cf.
Michael Balfour e John Mair, op. cit. (nota 23), pag. 19
30 – Cf.
Helmuth K.G. Roennerfarth e Heinrich Euler (ed.), Konferenzen und Vetraege (conferenze e trattati), 2a. edizione,
v.4: “Neueste Zeit 1914-1959”
(tempi recent 1914-1959), Ploetz, Wuerzburg 1959, pag. 231
31 – Cf.
Nicholas Balabkins, Germany under direct control., Economic aspects of
industrial disarmament 1945-1948 (La Germania sotto controllo diretto. Aspetti
economici dello smantellamento industrial 1945-1948), Rutgers, New Brunswick
1964, pag. 10
32 – Cf.
idem, pag. 11f
33 – Hajo
Holborn, American Military Government.
Its Organization and Policies (governo militare Americano. La sua
organizzaione e le sue politiche), Infantry Journal Press, Washington 1947,
pag. 159
34 – Idem,
pag. 160
35 – Cf.
Dwight D. Eisenhower, Crusade in Europe (Crociata
in Europa), Doubleday, New York 1948, pag. 434
36 – Cf.
Nicholas Balabkins, op. cit. (nota 31), pag. 14
37 – Rolf Steininger, op. cit. (nota 27) pag. 34
38 – Wilhelm Treue, Die
Demontagenpolitik der Westmaechte nach den Zweiten Weltkrieg (La politica
di smantellamento delle potenze occidental dopo il secondo conflitto mondiale),
Niedersaechsische Landeszentrale fuer Politische Bildung (ufficio regionale della Bassa sassonia per
la formazione politica), hannover 1967, pag. 22
Traduzione a cura di:
Gian Franco SPOTTI
Perche' i Polacchi avrebbero dovuto cedere Danzica ai tedeschi? Queste sono cazzate avete revisionato al Storia e anche male. Mgari ci fossero stati piani per fermare i tedeschi.Poi la soria delgi stupri delle donne incinte,,,che balle,sara' una donna polacca stuprata da un tedesco probabilmente!!!
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